29 Maggio 2016
Trail dell’Orsa
Fine maggio da incubo! Quello che doveva essere una giornata all’insegna della bellezza in mezzo alla natura, panorami mozzafiato con vista lago di Garda, scorci del Monte Baldo indimenticabili, non è andata proprio così. Di indimenticabile sono state le avverse condizioni atmosferiche e la tensione per tutta la gara a far fronte a continue situazioni d’emergenza.
L’organizzazione della corsa, Veronatrailrunner di Brentino Belluno, per questo evento ha selezionato 3 percorsi di diverse lunghezze alla portata di molte persone: la corta di km16 con 1000m D+ ; corsa media di km31 con 2100m D+ e la “lunga”, che ho scelto per vedere i miei agognati panorami dal Monte Baldo, di kn50 con 3000m di dislivello positivo. Partenza e arrivo da Brentino Belluno, comune del veronese, con inizio della gara per la “lunga” alle ore 7:00.
Raggiungo alle prime luci dell’alba Brentino, con comodo recupero il pettorale e do un’occhiata al minuscolo borgo situato alle pendici del Monte Baldo: in questo paese non esiste un metro di terreno pianeggiante. Lo sguardo è spesso rivolto all’alto per controllare l’evolversi della situazione meteo, considerate pessime dagli esperti. Dopo qualche tentennamento risolvo di indossare nella parte superiore del corpo un abbigliamento leggero e un po’ più pesante nel resto.
Vicino al gonfiabile, dopo la spunta ed un controllo veloce del materiale obbligatorio, siamo in circa 200 Spiriti Liberi pronti e trepidanti per questa nuova avventura. Alle 7:00 in punto viene dato il via, 200 metri di corsa in salita sull’asfalto, svolta a sinistra e su per la scalinata infinita che porta al Santuario della Madonna della Corona. Dai 150m di quota di Brentino ai quasi 700m del Santuario: assicuro che in quei frangenti alcuni, i meno preparati, hanno visto apparire la Madonna e tanti Santi. Dopo un inizio così intenso tiro un bel respiro, uno sforzo quasi sopra la soglia anaerobica, e guardo le nuvole che ora più minacciose sembrano rotolare le une sulle altre, corrono sfiorando le cime degl’alberi a una velocità pazzesca: ha inizio una leggera pioggia, il previsto peggioramento è in arrivo. Dopo il Santuario una breve discesa difficile vero il Vajo dell’Orsa e poi una salita di una ventina di km, infinita, verso la cima del Monte Baldo. Si passa da Malga Orsa, Malga Valfredda, Malga Colonnei, bocchetta di Naole. Da qui si corre sul filo di cresta verso i rifugi Fiori del Baldo, Chierego. Prima di affrontare la cresta indosso la giacca a vento, il freddo e il vento sono insopportabili, più avanti mi rifermo per indossare i guanti invernali impermeabili, ho difficoltà alle mani. Ora la pioggia è battente, il vento è intenso e spinge lateralmente, fa molto freddo, visibilità non più di trenta metri. Supero Costabella, a 2035m di q., passo del Camino e infine rifugio Barana e cima Telegrafo, a 2200m di q., punto più alto del Trail e del Monte Baldo. Al rifugio una breve sosta per bere thè caldo e senza por tempo di mezzo affronto gli ultimi 2 km di saliscendi in alta quota verso Valdritta e poi la discesa sul sentiero la Direttissima con una perdita di 900m di dislivello in meno di 5 km. Discesa molto difficile tra rocce e strapiombi, tormentata dal forte vento e dalla pioggia, un vero incubo. Non ho mai pensato nemmeno per un istante di ritirarmi, mancavano ormai poco più di 15km, ma mi sono chiesto “Ma chi me la fatto fare?” Pochissime volte m’è capitato di pensarlo: la situazione era al limite. Ripresa la concentrazione in modo assoluto, giù fino a quota 1300m. In mezzo agl’alberi sono più riparato dal vento, ogni tanto qualche perplessità sul percorso, ho difficoltà a scorgere le balise di direzione per la scarsa visibilità, non scorgo e non sento la presenza di altri atleti vicino a me. Ultima salita impegnativa a Cima Paloni poi una serie di saliscendi per circa 7 km fino al passo del Casello e giù di altri 1000m di dislivello lungo il sentiero 660. In questa discesa ci sono ciottoli di diverse dimensioni e tanto, tanto fango che arriva sopra le caviglie. La discesa si conclude in un esteso vigneto, qualche centinaio di metri in questi coltivi poi l’ultimo strappetto nel bosco che porta sulle strade acciottolate di Brentino e al traguardo. Chiudo questo viaggio pazzesco in 9h e 29min. 130° assoluto.
Deluso di non aver goduto possibili bellezze e vivere una giornata divertendomi in sintonia con la natura. La giornata l’ho vissuta intensamente ma in contrasto continuo con l’ambiente. L’obbiettivo principale è stato quello di arrivare alla fine in buone condizioni.
Luciano Bottarelli