Venerdì 10 maggio ore 21: apro la sede e dopo qualche secondo capisco di essere in modalità 24x1h, preceduto dal suo megafono (che più tardi scopriremo non funzionare) ecco apparire il Britta stracolmo di borse e salamelle.
Tempo pochissimi secondi e si materializzano scatoloni pieni di ogni genere di vettovaglie e accessori, pare si tratti di preparativi per un campo militare: coltelli, forchette, pentole, griglia, bombole e fornelli.
Agli ordini del sommo presidente, i due apostoli Pietro e Paolo, optano per un frigorifero adatto e si procede a caricare il furgone, praticamente un terzo della sede verrà trasportato a Peschiera.
Felice, assumendo il tono severo e attento delle grandi occasioni, modifica il numero dei bicchieri e la disposizione di ogni cosa caricata, a questo punto il furgone pare un perfetto mosaico.
Sabato 11 maggio: seguo costantemente, sul gruppo whatsapp, l’evolversi della mattinata, le prime foto, la partenza e la griglia già in funzione.
Ecco le prime notizie, i tempi, le classifiche e i vari entusiastici messaggi.
Lavoro e gare degli esordienti mi tengono lontano da Peschiera, un pomeriggio da tregenda mi fa tremare al pensiero di quali momenti terribili possano aver passato i nostri eroi, racconti e messaggi alla fine mi tranquillizzano, quel satanasso di Pietro, con l’aiuto delle persone da lui citate, ha domato le intemperie.
Sabato 11 maggio ore 20:30 io e Sara partiamo finalmente per Peschiera, Franzo mi dice che è già quasi sul posto.
Tempo di arrivare e mi trovo già con una salamella in mano, dopo poco concederò il bis, e un bicchier di vino nell’altra.
Un abbraccio a tutti i presenti e via con i racconti del pomeriggio e il tifo incessante per i nostri che stanno correndo, con Franzo, a intervalli di 10 minuti facciamo visita ai ragazzi dell’erasmus, un groviglio di entusiasmo, di canti, balli e travestimenti di ogni genere.
La presenza del presidente e della first lady, da un tono di ufficialità, naturalmente Felice continua a lavorare, vede una griglia che potrebbe interessare, una cassa per la musica e addirittura un carrello da agganciare al furgone, lui è in perenne modalità operativa.
I nostri atleti si avvicendano nelle ore di competenza con prestazioni eccellenti e un tifo da stadio.
Anche il Franzo si mette pantaloncini e scarpette, facciamo riscaldamento insieme, discutendo di improbabili diete e quanto sia bella la compagnia vediamo il cartello di Paullo, caspita, bisogna tornare alla pista, bisogna correre.
Alle tre e pochi minuti di domenica mattina si impiattano gli spaghetti alla pietriobritta, proprio mentre, finita la mia ora mi toccava la doccia…vengono fatte le osservazioni del caso su ingredienti e sale, Pietro se ne risente ma vengono sbranati in pochi secondi, fame e compagnia rendono tutto migliore.
Martino non si stacca un attimo e griglia tutto ciò che gli capita per le mani, probabilmente anche i suoi pantaloni, visto che, munito di una coperta stile indiano e così agghindato si lamenta di non trovarli più.
Paolo con crono e fogli alla mano registra prestazioni e distacchi, credo abbia memorizzato tutte e 48 le prestazioni individuali.
Gianni è invece attento alla media km, Monaco che, da fermo, praticamente corre in perfetta sintonia con il figlio,Valerio è dissacrante e dispensa battute, Barletta che ha iniziato a parlare mentre si cambiava, non riesce a smettere e discute anche con il gazebo dei vegani e Laura ha una parola buona e un sorriso per tutti, tranne che per gli spaghetti alla pietrobritta.
Arrivano Soriano, Donagemma, Formenton e Pozzi, risate tifo e cronometraggi si sprecano…ma…da tempo non vedo Britta e Franzo, si sono appisolati sul furgone, l’uno nelle braccia dell’altro, un quadretto commovente.
È ora, per me e Sara, di tornare verso casa, ai ragazzi resta ancora la fatica di smontare il terzo della sede e riportarla a Paderno, un grazie davvero di cuore a loro, infaticabili ed encomiabili.
Risate, cibo e compagnia, stanchezza e voglia di stare insieme sotto gli stessi colori, non c’è per me altra corsa più bella, perlomeno io non conosco un altro modo che questo.
Roberto