L’EREMITICA TRAIL
Terzo test invernale d’allenamento di avvicinamento alle “lunghe” di primavera. Dopo la Scaldagambe Trail di gennaio- km 33 con 1400m D+ a Carvico, la Valmaremola Trail a febbraio- km27 con 1700m D+ a Tovo S.Giacomo, domenica 17 marzo ,ultima in ordine di tempo, l’Eremitica Trail - km 36 con 2380m D+ a Nave Bs . Gli organizzatori dell’evento hanno previsto oltre l’Eremitica Trail di 36 km una più corta, più nota, la 3Santi Trail di km17 con 1200m D+ con possibilità di correrla a coppie.
L’Eremitica ha un tracciato ad anello aggrappato alle Prealpi Bresciane con partenza/arrivo a Nave. I sentieri, la maggior parte, sono appena delineati ma fortunatamente segnalati benissimo con fettucce ben visibili; si corre tra natura e misticismo, diversi sono i sentieri che portano a Eremi o Santuari, falsipiani corribili e discese tecniche, da brivido.
La partenza, per l’Eremitica, è fissata per le ore 8:00, sulla linea siamo presenti circa 350 atleti ben equipaggiati, con bastoncini e zainetto, si spera per tutti che abbiano il necessario per sopperire al minimo inconveniente in quota. Alle 8:00 precise viene dato il via, di buon passo seguo la massa cercando di non restare troppo indietro, poco più di un km d’asfalto poi ci s’infila sul Sentiero delle Miniere. Ressa per la posizione! La massa di atleti, con pazienza, alla fine diventa un lungo serpentone in fila indiana. Mentre salgo di quota, costretto in fila, ripasso mentalmente l’altimetria della gara e mi viene da sorridere, lo vedo come un enorme elettrocardiogramma rilevato ad una persona molto agitata.
Per la giornata di oggi il meteo è favorevole, bel tempo, un po’ fresco, perfetto per l’impegno fisico richiesto. L’unico rammarico, la foschia presente limita molto la possibilità di gustare pienamente le bellezze che circondano questi posti selvaggi.
Dopo un primo tratto di salita ripida arriviamo alla chiesetta di S. Antonio. superato il prato, a destra di una cascina, imbocchiamo il sentiero che conduce rapidamente ai piedi della cresta che porta al Monte Forche e di seguito al Monte Faet, continuiamo in cresta fino a raggiungere il sentiero 111, da lì discesa, pazzesca, fino a raggiungere la Località Madonna delle Fontane, leggera sosta per il ristoro, uno sguardo al panorama, sempre meraviglioso, e senza por altro tempo di mezzo allungo il passo per raggiungere la coda di un gruppetto poco più in là. Fatico meno salire le creste che correre sui numerosi traversi che si susseguono. Sono devastanti! I sentieri sono molto stretti e quasi non riconoscibili, pieni di radici e pietre, sempre molto esposti da un lato: gli occhi sono inchiodati al controllo e ai movimenti dei piedi. Abituato come sono a guardarmi attorno e godere del bello, sono costretto, per far calare anche la tensione, a fermarmi spesso. Superato il sentiero dei Papi (sentiero costellato da insegne e ricco di detti incisi su pietra riferite ai tre Papi illustri Giovanni 23°, Paolo 6° e Giovanni Paolo 2°) si percorre la parte più impegnativa e intensa del tracciato. Dopo il ristoro, al passo del Cavallo si sale verso la Cima del Doppo, la più impegnativa, poco lontano si attraversa l’Eremo di S. Giorgio. Da qui un susseguirsi di saliscendi fino ad arrivare ad un altro Eremo della Madonna di Conche. Ora, da Conche all’arrivo mancano circa 9 km, dalla ressa iniziale all’imbocco del 1° sentiero non si vede alcuna traccia, solo sparuti gruppi di 2 o 3 atleti distanziati tra di loro e , purtroppo, atleti in difficoltà per crampi. Nuovamente ristoro e giù in discesa per un paio di km per riprendere ad arrampicare, subito dopo, per altri 2km sulle ultime 2 cime, fino a raggiungere l’ultima chiesetta di S. Onofrio. Manca solo il discesone di circa 5 km all’arrivo. La discesa non è semplice, non è molto esposta ma il fondo del sentiero è ricco di pietre, radici e piccoli balzelli per cui richiede molta elasticità che io, purtroppo, non ho più. Infatti diversi atleti superati più volte in salita mi sorpassano in discesa. All’ultimo km, circa, su asfalto avvicino un giovane, potrebbe essere mio figlio, che mi aveva superato più volte in discesa e gli dico “Se non acceleri Ti fai battere da un vecchietto come me! Anzi se mi segui superiamo la coppia che è a 150 metri davanti”. Ho accelerato tanto da avere le gambe in spalla lasciando indietro il giovane e l’altra coppia di atleti. Ho completato il viaggio in 6 ore e 37 minuti- 203° assoluto su 341 atleti partiti- 18 i ritirati.
Il tracciato di gara è molto allenante per chi intende correre su dislivelli importanti; ostico per la pessima qualità del sentiero in alcuni punti critici, traversi e discese.
Luciano Bottarelli