PRENDI LA PIADINA…. SE CI RIESCI
Si, si il “Michele” del racconto di Stefano sono io.
Grande Stefano che ha saputo ben raccontare anche con una doverosa dose di ironia il fine settimana riminese.
Chi mi conosce sa che non passo x un “estroverso” ma queste “runner trasferte” con amici e famigliari mi lasciano sempre sensazioni positive aldilà del risultato agonistico.
E il fine settimana a Rimini mi è piaciuto un sacco. Ho avuto modo di conoscere meglio la Masatti Family e godermi la simpatia e gioiosità dei nostri figli giocare e divertirsi insieme.
E’ stata una gara dura soprattutto nella seconda parte ma ripensare ai bimbi entrare ed uscire dal Labirinto di Fiabilandia non so quante volte mi ha curato ogni fatica.
Sulla gara ha già detto tutto molto bene Stefano. La Rimini Marathon rispecchia lo spirito piadinesco romagnolo dove la semplicità e la gioiosità hanno più importanza di un agonismo esasperato di altre maratone più “blasonate”.
Io sono arrivato a Rimini dopo la mezza delusione di Milano dove un fastidio al polpaccio e forse anche il caldo mi hanno condizionato non poco la seconda parte della gara.
Quindi avevo deciso di correre a sensazione senza fare riferimento al cronometro e tenendo d’occhio eventuali fastidi muscolari. La sensazione iniziale mi porta a ridosso dei pacer delle 3h., corro bene in controllo, gambe ok e non ho particolari problemi a stare a ridosso del gruppo. Non sento, o almeno così mi sembra, il disagio dell’umidità di questi primi km. Ogni tanto fa capolino il buon Gianni qui a Rimini in veste di accompagnatore ciclista che mi conforta e sostiene (un po’ tutti a dire il vero).
Continuo a non guardare il crono ed arrivo alla mezza in 1.30 “sei un orologio” mi grida Gianni “speriamo non a carbone” penso io.
Il percorso ora ha lasciato il mare da qualche km e tra un saliscendi ed una strada di campagna spunta con forza il sole; l’umidità diminuisce ma la temperatura sale pericolosamente. Senza quasi accorgermene il ritmo comincia a calare ed il gruppo dei pacer si allontana sempre più. Io continuo a correre a sensazione ma comincio ad avere sempre più sete ed una sensazione sempre maggiore di bagnarmi ed idratarmi. Dal ristoro del 25° corro con una bottiglietta in mano e raziono l’acqua fino al ristoro successivo. Mi sento sempre più fiacco sebbene le gambe stiano ancora molto bene. Al 35° ho un capogiro e mi fermo qualche minuto per bagnarmi braccia, gambe e testa. Riprendo piano piano in progressione. Mi lascio superare dai pacer delle 3.15 ma lo svuotamento energetico generale è superiore alla buona tenuta muscolare.
L’ultimo km è un lungo rettilineo nel centro cittadino dove intravedo mio figlio Blaise a bordo percorso. Allungo la mano e facciamo gli ultimi 300 metri insieme ridendo e felici facendomi dimenticare la fatica. Blaise vorrebbe correre ancora e muoversi ma ho pietà del mio corpo e mi siedo qualche attimo.
Di solito a fine maratona ho solo una gran sete ma qui a Rimini assalgo la birra e la piadina con le sarde concessa per noi maratoneti; non è proprio fame ma stimolo di riempimento forse.
Il crono finale credo sia tra le 3h18 e 3h19; peccato per lo stop ed il deficit energetico ma sono contento per le gambe tuttora ok. Buon allenamento (guardiamo il bicchiere di birra mezzo pieno e non mezzo vuoto) per le prossime gare quelle si da fare con buon impegno la MO.mo.VE la MO.RE.
Ma aver passato un divertente e bel fine settimana con amici simpatici e la famiglia è comunque la cosa più importante.
Buone corse a tutti.